Sai, io me ne intendo di management aziendale e ho tanti anni di esperienza nella gestione dello studio… Mi basta trovare il software per la gestione dello studio professionale adatto ed è fatta. Ma sarà davvero così?
Negli ultimi anni la tematica di “come gestire i tempi nel proprio studio professionale” è tornata alla ribalta. Eppure, nonostante l’intenzione sia encomiabile e abbia tutte le possibilità di cambiare drasticamente le sorti della tua realtà professionale, riuscire nell’impresa non è affatto scontato.
Partiamo da una constatazione. Tanti professionisti hanno investito in software di gestione aziendale/per studi professionali o “un timesheet”, in passato. Tuttavia, a solo pochissimi ne hanno tratto i risultati sperati, la maggior parte ha concluso abbandonando l’iniziativa.
Come mai? Perché un software di gestione dello studio professionale, magari di ultima generazione, può non funzionare? Il vero motivo è che si tratta di una scorciatoia mentale. È la naturale e umanissima ricerca di risposte semplici a problemi complessi. È la ricerca della bacchetta magica per soddisfare i nostri desideri, della pillola per dimagrire, della soluzione definitiva. Purtroppo, se il problema è lo stile di vita difficilmente una pillola senza altre azioni sarà sufficiente.
E questo è il caso dello studio professionale. Il problema gestionale che il titolare si trova ad affrontare è troppo articolato per essere risolto con la semplice “visibilità dei dati”.
Ci sono tre momenti critici nel processo di “riorganizzazione dello studio professionale”:
1. impostare lo strumento;
2. spiegarlo alla struttura;
3. utilizzarlo, ossia usarne i dati per fini decisionali.
Ammesso di avere lo strumento perfetto, e ammesso che la struttura lo usi facendo emergere tutti i dati a te necessari per l’analisi, sei davvero sicuro che questa “consapevolezza numerica” basti per prendere delle decisioni concrete?
Prova a pensare ad un cliente poco remunerativo, anche se non hai un sistema di rendicontazione dei tempi. Sapresti indicarmene almeno uno? Immagino di sì. Bene, cosa hai fatto, stai facendo o hai intenzione di fare per modificare quella specifica situazione?
Non banale vero? Il caso del cliente poco remunerativo si ripete di anno in anno, senza subire sostanziali modifiche. Eh sì, ma quel cliente più di così non vuole spendere. Se anche questo fosse vero, hai un’altra soluzione pratica? Perché l’alternativa a risolvere il problema è tenerselo.
Oppure supponi di dover affrontare con la struttura un percorso di miglioramento dei tempi e delle modalità di lavoro per essere più competitivi. Da dove si parte? Con cosa sostituire un processo di lavoro che si è sviluppato naturalmente e consolidato, magari, in 20 anni? Non semplice, anche perché qualunque proposta si scontrerà con la naturale resistenza al cambiamento che la struttura ti metterà di fronte.
Il software per la gestione della tua struttura è importante. Tuttavia, diffida dalle soluzioni semplici per problemi complessi. Spesso, infatti, non funzionano. Se vuoi affrontare seriamente la gestione del tuo studio, devi partire da cosa vuoi ottenere per capire come modificare la situazione attuale al fine di raggiungere quell’obiettivo.
Certo, devono esserci strumenti adeguati, ma anche un attento coinvolgimento volto alla responsabilizzazione della struttura. Infine, deve esserci qualcuno capace di allargare gli orizzonti dei titolari per contemplare soluzioni e modalità di lavoro fino ad oggi non conosciute o applicate con efficacia.
Il rilancio passa prima dai numeri, poi dalle persone ed infine dai titolari. Senza un titolare convinto di quello che si sta facendo, purtroppo, non è realistico aspettarsi alcun cambiamento significativo.
Fosse così semplice, direi che la maggior parte dei professionisti sarebbe già giunta al traguardo. Nei fatti, però, è ancora molto vicino alla linea di partenza.
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Pubblicato su Ratio Quotidiano in data 06/04/2021