Come rendicontare le attività lavorative con successo

Come rendicontare le attività lavorative del personale con successo: scopri la guida per titolari di studi professionali.

Come rendicontare le attività lavorative al meglio grazie alla comunicazione

Rendicontare le attività lavorative del personale all’interno dello studio professionale al giorno d’oggi può fare la differenza in termini di redditività. Infatti, in questo momento, i clienti non sono più quello che erano 10 mesi fa. Il lavoro per alcuni è aumentato, per altri drasticamente diminuito. Risulta, quindi, più importante che mai avere visibilità analitica di cosa stiamo facendo per i clienti. Pena, il non riuscire a personalizzare adeguatamente ed il perdere informazioni vitali per la gestione.

Rendicontazione delle attività: fattori di successo

Ma come prenderà questa scelta di rendicontare le attività lavorative e l'introduzione di un timesheet il personale in questo momento di lavoro così particolare? Sto mettendo troppa carne al fuoco?

Quesiti leciti, ma la vera domanda è: possiamo ancora rimandare? Se la risposta è “meglio di no”, cerca di capire come coinvolgere la struttura in modo corretto ed evita che viva ilrendicontare le attività come un controllo. Nella nostra esperienza al fianco degli studi professionali abbiamo capito che per massimizzare le nostre possibilità di riuscita della rendicontazione delle attività lavorative è necessario prestare attenzione a 5 elementi.

Rendicontare le attività professionali: step 1, come comunicare l’iniziativa alla struttura

Il primo passo per spiegare l’introduzione di un sistema di rendicontazione delle attività al personale parte da un’adeguata spiegazione dell’iniziativa al personale.

Come? Attraverso la riposta a tre domande fondamentali:

  • Con che finalità lo stiamo facendo?
  • Perché è utile allo studio e a voi?
  • Cosa esattamente ognuno dovrà fare?

La prima è l’occasione per spiegare il piano strategico, il futuro, cosa lo studio professionale vuole fare da grande.

La seconda spiega come rendicontare le attività quotidiane e i loro tempi permette di risolvere tanti problemi che affliggono la struttura, in primis la gestione del cliente e dei processi a supporto. Questi spesso risultano poco controllati e quindi più dispersivi del necessario, dove dispersivi vuol dire impegni di tempo variabili e difficili da pianificare. Situazioni di questo tipo creano stress. Noterai che i collaboratori saranno i primi a volersi impegnare sullo strumento capace di risolvere questa criticità operativa.

L’ultima domanda, infine, mette in chiaro cosa ci si aspetta esattamente da ognuno di loro, cosa devono fare nel quotidiano per rendicontare le attività lavorative al meglio.

Rendicontazione delle attività lavorative: step 2, come responsabilizzare la struttura

Il secondo punto fondamentale è quello della responsabilizzazione della forza lavoro attraverso la condivisione di obiettivi analitici di tempi: una pianificazione degli obiettivi quantitativi. Quanto tempo ci aspettiamo di impiegare per la gestione di questo cliente?

Un sistema di pianificazione è strumentale al controllo non solamente in fase di analisi dei dati (fornendo un obiettivo da raffrontare alle rilevazioni), ma anche per dare una voce alla struttura e offrire un momento importante di comprensione delle logiche del sistema.

Gli obiettivi di tempi idealmente si devono basare su specifici benchmark. Tuttavia, il concetto è semplice. Ti torna di poter impiegare 2.5 ore al mese per la contabilità di questo cliente in semplificata da 130 movimenti? Fatto su tutti i clienti seguiti da ognuno, ci consente di rafforzare ulteriormente il concetto che il timesheet non è un controllo, bensì un monitoraggio dei clienti e della gestione.

Inoltre, condividere gli obiettivi di tempo ci permette di responsabilizzare le persone su traguardi comuni e questi consentiranno di fare ragionamenti insieme su come gestire le posizioni problematiche.

Rilevazione dei tempi di lavoro: step 3, come impostare lo strumento

Il terzo punto è lo strumento e la sua impostazione.

Lo strumento di rilevazione delle attività deve essere semplice, unico e aggregato. Inoltre, deve essere adeguatamente impostato in modo da limitare gli errori e poter fornire report utili alla gestione dello studio professionale con pochi click.

L’obiettivo è ridurre l’impegno di tempi in 2 momenti caratteristici quali la compilazione e l’analisi dei dati.

Per la prima, la nostra esperienza ci suggerisce che possiamo puntare a 5 minuti medi per la rilevazione quotidiana di ogni operatore. Come lavarsi i denti. Ed è importante che sia così. Se fosse richiesto molto più tempo, immaginiamo 20 minuti, sarebbe improbabile che la struttura mantenga l’impegno anche durante i periodi caldi delle scadenze.

Per l’analisi dei dati, ricordati che è il motivo per cui li si sta raccogliendo, quindi non è superflua! Perché lo dico? Perché spesso, quando i dati sono difficili da raccogliere, aggregare, analizzare e capire, succede che l’attività venga posticipata a data da destinarsi, al classico “momento migliore” che rischia di non arrivare più di una volta all’anno, se mai. Un vero peccato, considerando lo sforzo profuso dalla struttura e la potenzialità di recupero nascosta tra questi dati. Quindi, un ottimo software, ben impostato è essenziale.

Rilevare i tempi: step 4, imparare a usare il software 

Punto quattro: iniziato l’uso del software per la rendicontazione delle attività, il primo mese è critico. Poiché determina la qualità di tutto il lavoro successivo, è necessario prestare particolare attenzione. Nei nostri progetti, per esempio, ci colleghiamo al software almeno una volta a settimana per accertarci che questo primo mese sia fatto a regola d’arte. Se fatto bene, può essere sufficiente a portarci a regime con le rilevazioni.

Rendicontare le attività lavorative: step 5, il successo passa dal perché

Infine, il quinto ed ultimo elemento suggerisce di dimostrare alla struttura il perché. “Ragazzi, è ora di capire a cosa servono i dati che tanto diligentemente vi siete impegnati a raccogliere negli ultimi 3 mesi” (sì, i controlli vanno fatti ogni 3 mesi).

Quando il controller o il titolare analizza i dati, è buona cosa organizzare una riunione per poterli condividere, in modo da mostrarne l’utilità alle persone. Confrontare i tempi rendicontati con gli obiettivi, fa saltare fuori tante sorprese e noterai che i vostri collaboratori saranno altrettanto interessati quanto alle situazioni che emergeranno.

Hai visto che la Rossi Srl è davvero impegnativa come ti ho sempre detto?

Cosa facciamo per migliorare questa posizione?

Questo è il significato vero del timesheet, e la struttura non faticherà a capirlo.

Quest’ultima fase, la chiamo cemento. Solo quando le persone capiscono perché è utile rilevare i tempi che ti sei garantito la prosecuzione negli anni dell’iniziativa.

Coinvolgere il gruppo in ogni passo del percorso di riorganizzazione dello studio è di grande beneficio sotto tanti punti di vista, anche quello della motivazione, legata soprattutto al gruppo di lavoro che si impegna verso un obiettivo comune e di interesse collettivo.

Un sistema gestionale, capito e condiviso dalle persone, ci permette di affrontare insieme una nuova metodologia di lavoro e, soprattutto, di gestione dell’Impresa-Studio Professionale.

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Articolo pubblicato su Ateneoweb.com in data 18 Dicembre 2020.

Losi Lorenzo

Founding Partner e Consulente Strategico

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