Come affrontare il collo di bottiglia per eccellenza dei professionisti, ossia la gestione delle telefonate? Analizzando il timesheet di un commercialista, avvocato o consulente del lavoro, anche dando solo una rapida occhiata alla tabella delle ore rilevate, ci si accorge della quantità impressionante di righe relative a telefonate e assistenze telefoniche.
A fine anno, queste ammontano solitamente ad intere settimane di lavoro.
Per di più, queste attività sono quasi sempre inserite come “massive” o “non imputabili”, assegnate a un cliente non definito che solitamente è lo studio professionale stesso. In pratica, la struttura si fa carico di coprire questi costi. In assenza di un’allocazione diretta al cliente, queste ore sono letteralmente “spalmate” su tutta la clientela dello studio, in base a un certo driver.
Si tratta di un procedimento logico, che funziona finché questa quota generica rimane confinata a una percentuale obiettivo. In questo caso, infatti, il costo potrà essere distribuito senza troppi problemi. In caso contrario, questi costi diventano di difficile gestione.
Ecco perché è molto importante fare due cose:
Articolo pubblicato su Ratio R-Evoluzione | n. 11, novembre 2020